Recruiting Gamification come nuova frontiera della selezione del personale.
Immaginate di dover avviare l’iter di selezione per identificare il candidato ideale per una posizione lavorativa: centinaia di curricula da leggere, candidati da contattare, appuntamenti da fissare, lunghi colloqui durante i quali analizzare attentamente il match tra gli specifici requisiti richiesti dalla mansione e dall’azienda e le reali caratteristiche della persona che si ha di fronte. Immaginate ora, invece, un processo creativo e divertente che vi permetta di risparmiare tempo, gestire in modo ben organizzato i vostri obiettivi e vi coinvolga profondamente nella ricerca dei migliori talenti: benvenuti nel mondo della Recruiting Gamification!
Al giorno d’oggi, con l’avvento dei nuovi media e la costante evoluzione delle tecnologie informatiche, le aziende hanno un grosso interrogativo a cui rispondere: come attrarre i nuovi talenti, spesso nativi digitali, e trattenerli. Si tratta di una generazione sempre connessa, molto attiva a livello social e regolarmente aggiornata, che entra nel mondo del lavoro con un bagaglio culturale completamente differente rispetto a quanto succedeva anni fa. Inoltre, la tendenza a rendere tutto un gioco si sta facendo strada nei settori più disparati, con il proliferare di applicazioni utili a risolvere qualsiasi problema. Si fa pertanto sempre più incalzante la necessità di rendere anche il processo di recruiting e selezione più snello per i selezionatori e meno noioso per i candidati.
A questo scopo, è utile cominciare a pensare di introdurre in azienda un processo di Recruiting Gamification. Vediamo insieme di cosa si tratta e quali vantaggi può portare a selezionatori e candidati.
Cosa si intende per Recruiting Gamification?
Con Gamification si intende – in generale – il concetto che si avvale della game theory: della meccanica e del design dei giochi per coinvolgere e motivare le persone, attraverso strumenti digitali, a raggiungere i loro obiettivi. Al giorno d’oggi, la Gamification aiuta le aziende sotto molti aspetti: aumenta il coinvolgimento del cliente e la motivazione dei dipendenti, rende più efficace la selezione e la formazione del personale, incrementa la produttività e facilita le valutazioni delle performance aziendali.
Nello specifico, la Recruiting Gamification nasce nel mondo anglosassone e sfrutta metodologie di selezione alternative a quelle tradizionali, utilizzando i giochi per valutare in modo più verosimile le reali competenze ed aspirazioni dei candidati e per attrarre i migliori talenti in azienda. In definitiva, questa disciplina integra le logiche del gioco e della selezione attraverso, ad esempio, sfide e prove da superare, percorsi a step con relativi punteggi, giochi interattivi, quiz a tempo ecc. e può sfruttare anche le logiche dei giochi da tavolo per testare specifiche competenze.
La prima applicazione in ambito di selezione del personale risale al 2011: l’importante catena alberghiera statunitense Marriot International ha sfruttato le potenzialità del social game per tentare di coprire 50.000 posizioni vacanti in un anno. “My Marriot Hotel” è un gioco a cui si può accedere su Facebook, attraverso il quale i giocatori gestiscono un ristorante virtuale occupandosi di tutti gli aspetti che verosimilmente ci si troverebbe ad affrontare nella realtà; i giocatori guadagnano e perdono punti in base alla soddisfazione dei clienti e vengono premiati in caso di azioni che portano profitto. Marriot International è stato sicuramente un precursore del genere, ma ad oggi sono moltissime le aziende che utilizzano la Recruiting Gamification per attrarre giovani talenti: da Unilever a PricewaterhouseCoopers, da Pepsi a L’Oréal (solo per fare qualche esempio).
Quali sono i vantaggi della Recruiting Gamification per il selezionatore?
Risolve il problema della ridondanza di informazioni
Solitamente il processo di recruiting e selezione comprende diverse fasi e comporta tutta una serie di azioni relative alla pianificazione del lavoro e delle comunicazioni da fornire internamente ed esternamente all’azienda; spesso l’iter diventa lungo e difficoltoso, nonostante l’urgenza di coprire in tempi stretti la posizione vacante. La Recruiting Gamification ha trasformato l’intero processo, eliminando ad esempio la fase della prima scrematura e permettendo al recruiter di guadagnare tempo: mentre con metodologie tradizionali vengono investite energie nella lettura di tutti i cv ricevuti, spesso inviati senza un reale interesse per la posizione, questa nuova frontiera del recruiting permette di valutare un numero potenzialmente illimitato di candidati/giocatori realmente motivati.
Permette un’agevole valutazione delle effettive competenze dei candidati.
La selezione si discosta dai metodi tradizionali e dalla mera valutazione del CV, dalle esperienze e competenze scritte nero su bianco od elencate autoreferenzialmente durante un colloquio di lavoro e consente invece di testare da subito, e concretamente, l’attitudine di un candidato a ricoprire un determinato ruolo. Nello specifico, oltre alla valutazione delle hard skill, la Recruiting Gamification aiuta sicuramente i selezionatori nel difficile compito di valutare le soft skill dei candidati attraverso la creazione di un ambiente virtuale simile a quello reale ed obiettivi da superare studiati ad hoc per le diverse posizioni. In questo modo il recruiter capirà quali candidati saranno in grado di gestire la pressione lavorativa e sarà in grado di pronosticare in modo più attendibile il futuro comportamento del lavoratore in azienda attraverso giudizi oggettivi e meno discrezionali.
Quali, invece, i vantaggi della Recruiting Gamification per l’azienda?
– Aumenta l’engagement e l’employer branding
Sin dal primo contatto, la Recruiting Gamification permette di presentarsi ai candidati con un approccio innovativo ed orientato al futuro, trasmettendo un’immagine di valore e comunicando ai potenziali prossimi collaboratori le caratteristiche che rendono unico e peculiare un determinato posto di lavoro. Aiuta inoltre a farsi riconoscere, soprattutto tra le nuove generazioni, come marchio affermato nel proprio settore e suscita interesse verso l’organizzazione, differenziandola dalla concorrenza.
– Riduce i costi
Nonostante il necessario investimento iniziale (l’ideazione e la creazione di software ad hoc hanno un costo che può apparire elevato), l’inserimento di un processo di Recruiting Gamification dovrebbe essere inteso come un investimento, anche per il risparmio di tempo che può generare. Infatti questo strumento permette di ridurre i costi operativi, diminuire il time to hire e quindi di risparmiare anche nel breve termine.
Quali, infine, le attrattive per i candidati?
– Valorizza l’esperienza del candidato
Solitamente i candidati sono chiamati a svolgere lunghi e noiosi iter di selezione di cui spesso non comprendono appieno il senso, attendendo a lungo un feedback e finendo per ritenere i colloqui tendenzialmente impersonali. La metodologia interattiva della Recruiting Gamification, attraverso contenuti divertenti, semplici ed intuitivi, coinvolge i candidati rendendoli gli indiscussi protagonisti del processo di selezione ed incentivandoli ad impegnarsi nel raggiungimento degli obiettivi.
La natura competitiva della mente umana è appagata dalle sfide a livelli e dalle gratificazioni immediate attraverso i premi previsti in ogni fase del gioco, che motivano i candidati a puntare sulle proprie potenzialità ed a superare i propri limiti.
Rende il contesto lavorativo più familiare per il candidato
La Recruiting Gamification prevede spesso la costituzione di un set a immagine e somiglianza dell’azienda, simulando l’ambiente lavorativo.
Per questo motivo, il candidato è portato a confrontarsi con le stesse sfide che affronterebbe una volta assunto ed a familiarizzare con i compiti della mansione che si troverebbe a svolgere. Inoltre i candidati sono facilitati nell’individuazione di informazioni utili sulla compagnia, sulle politiche e sulle dinamiche aziendali, che apprendono divertendosi.
Il processo permette al candidato di mettersi in gioco anche a distanza e di conoscere più da vicino la cultura aziendale, confrontandola con le proprie caratteristiche personali: il potenziale dipendente ottiene così una buona idea del ruolo e del contesto nel quale andrà ad operare. In definitiva, il candidato ed il datore di lavoro avranno avuto modo di conoscere aspetti che non avrebbero potuto identificare con un semplice colloquio.
E in Italia a che punto siamo?
Randstad Professionals, in collaborazione con l’Alta Scuola di psicologia Agostino Gemelli (ASAG) dell’Università Cattolica di Milano, ha redatto l’HR Trends and Salary Survey 2017, all’interno del quale si analizza, tra gli altri, il tema dell’HR Gamification. Il campione comprende quattro regioni del Nord Italia e la ricerca è stata effettuata attraverso interviste a HR Director, AD, CFO, ecc. Secondo questo Report “un numero relativamente contenuto di HR intervistati ne ha una conoscenza approfondita” e una media del 65% di essi ritiene che sia “uno strumento ampiamente utile ma non sostitutivo delle tecniche convenzionali”.
Nello specifico, vi è una maggiore riserva per quanto concerne la Recruiting Gamification, in quanto si tende a dare ancora molta importanza alla “componente relazionale diretta”. Senza cadere nel ‘tecnoentusiasmo’ e svilire le relazioni interpersonali, possiamo comunque asserire che il fenomeno porta interessanti spunti nel mondo della selezione del personale, come dimostrato anche dalla ricerca: “è indicativo che il solo stimolo proposto dall’intervista abbia generato fra gli HR un interesse significativamente superiore all’attuale notorietà”. Un esempio tutto italiano è rappresentato da MSC Crociere che, già a partire dal 2015, ha provato a sperimentare attraverso un gioco on line, chiamato Inner Islands, la creatività dei candidati e le loro idee innovative di crociera.
In conclusione, la Recruiting Gamification aiuta le aziende a stare al passo con i tempi e ad affrontare in modo più consapevole il mondo del lavoro di oggi, nel quale non è possibile prescindere dalla trasformazione digitale degli ultimi anni. Inoltre evita al datore di lavoro, una volta completato l’iter di selezione, di trovarsi con collaboratori disallineati rispetto alla cultura aziendale ed alla posizione lavorativa.
E voi siete pronti per la Recruiting Gamification?