Killer Question: la selezione che inizia dalle candidature

I curricula raccontano molto dei candidati: esperienze lavorative, competenze, dati anagrafici, formazione. Tracciano un profilo piuttosto completo, utile ai recruiter per valutare le figure potenzialmente idonee alla ricerca in corso.

Spesso, però, capita che le candidature siano fuori controllo: oltre a grossi numeri da gestire, i recruiter si trovano a consultare CV assolutamente non in linea con l’annuncio di lavoro pubblicato. Questo secondo caso può essere la conseguenza di una disattenzione da parte del candidato, ma anche di vere e proprie attività di spam, ovvero di candidature inoltrate senza tenere conto dei requisiti richiesti.

Ma perché un recruiter dovrebbe consultare un curriculum molto lontano dal candidato ideale, specie in caso di ricerche con carattere d’urgenza? Perché, invece, non avere la possibilità di aprire subito i CV in linea con la figura ricercata? A questo proposito, le Killer Question consentono di individuare con più rapidità i profili di reale interesse per l’azienda.

In questo articolo scopriamo quali tipologie esistono, dove inserirle e tutti i vantaggi legati al loro impiego.

Killer question: dove inserirle e che tipologie esistono

 

Le killer question non sono altro che una sorta di “domande filtro”, ovvero una serie di quesiti posti per effettuare una prima scrematura già in fase di candidatura: da un lato, servono per rendere i candidati più consapevoli della loro candidatura, dall’altro consentono agli HR di ottenere candidature più profilate e rispondenti alle proprie esigenze.

Molto utilizzate dai Software ATS e dai principali portali del lavoro, le domande di valutazione vengono solitamente presentate al candidato al momento della sua iscrizione all’annuncio di lavoro.

Le Killer Question possono essere:
  • aperte: il recruiter pone la domanda e il candidato è libero di rispondere ciò che desidera
  • risposta multipla: il recruiter pone la domanda e fornisce due o più risposte tra cui scegliere

In generale è possibile assegnare un punteggio per ogni risposta e persino escludere il candidato (se sceglierà una determinata risposta). Assegnare un punteggio alle risposte farà in modo che i candidati più idonei siano quelli con il punteggio più alto.

Sulla base delle necessità legate all’offerta, le domande potranno riguardare:
  • competenze specifiche
  • anni di esperienza nel settore di riferimento
  • livello linguistico
  • effettiva conoscenza di tool citati nell’annuncio di lavoro
  • possesso di un mezzo proprio
  • appartenenza alle categorie protette
  • residenza nell’area geografica indicata nella job description
  • disponibilità a trasferte
  • esperienze pregresse simili a quella da annuncio

Le risposte a queste domande consentiranno agli HR di vedere a colpo d’occhio, in base alle risposte ottenute, a quali CV dare la precedenza e quali, invece, consultare con più calma in un secondo momento. 

Soprattutto per quanto concerne le competenze, i recruiter avranno modo di capire se i candidati abbiano realmente dimestichezza con ciò che sostengono di conoscere. Ad esempio, se una buona conoscenza del tedesco è indispensabile per l’offerta in questione, la domanda potrebbe essere posta direttamente in lingua, così da mettere in difficoltà coloro che invece non lo conoscono ma che stanno ugualmente inoltrando la candidatura.

Tutti i vantaggi delle “domande filtro”

 

Le killer question agevolano notevolmente il lavoro dei recruiter, specie quando, per certe posizioni, arrivano centinaia di CV di cui, purtroppo, più della metà risultano essere spam.

In sostanza, inserire in fase di candidatura delle “domande filtro” consentirà di:

  1. Risparmiare tempo senza rinunciare alla qualità della selezione
  2. Fare in modo che i candidati valutino con attenzione l’offerta di lavoro
  3. Ridurre il numero di candidature che non possiedono i requisiti richiesti
  4. Ottenere informazioni molto precise ancor prima di consultare i CV
  5. Smistare le candidature con facilità a seconda delle risposte ottenute

Considerato quanto sia lungo e complesso il processo di recruiting, è innegabile che questa tipologia di domande possano essere di grande aiuto per una gestione più semplice e immediata di tutte le candidature pervenute.

Le Killer Question in Performa Recruit

Questa funzionalità può essere applicata anche a un software ATS: ecco perché è presente anche in Performa Recruit.

Innanzitutto, le domande vanno inserite nell’annuncio del progetto di riferimento: a ciascuna di esse si potrà dare un peso diverso. Successivamente, quando arriveranno le candidature, nella “sezione risposte” saranno visibili le percentuali relative alle killer question: più alta sarà la percentuale, più il candidato risulterà in linea con i requisiti della job description. Sarà poi il recruiter a decidere di spostare nel database i candidati ideali.

In pratica, grazie all’assegnazione dei punteggi in percentuale, sarà possibile verificare in un attimo quali siano le percentuali migliori e dunque individuare le candidature più profilate, senza per questo escludere il candidato dalle future selezioni.

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