Quale sarà la vostra principale strategia di recruiting per il 2019? A questa domanda, posta in un sondaggio condotto alla fine del 2018 negli Stati Uniti, il 72% dei selezionatori intervistati ha risposto “costruire un talent pool”. Per gli esperti del settore, il talent pool è l’elemento di svolta nel recruiting, perché permette di essere proattivi e di anticipare le ricerche di personale.
Vediamo dunque che cos’è il talent pool, perché è così importante nel recruiting e come crearlo e gestirlo in modo efficace.
Che cos’è un talent pool
Un talent pool è un insieme di candidati che sono interessati a lavorare per un’azienda e che l’azienda stessa considera “talenti”, cioè professionisti qualificati e interessanti.
Il primo aspetto da sottolineare è che non si tratta di candidati che hanno risposto o che sono stati selezionati per una posizione aperta: al contrario, il talent pool raccoglie le persone con cui il recruiter è entrato in contatto, per motivi diversi, e che ritiene valide per ricerche future. Sono, insomma, candidati prospect, che spesso non stanno cercando lavoro in modo attivo, ma che sono disponibili a nuove opportunità.
Un talent pool può comprendere:
– i candidati arrivati nella rosa finale di una selezione, ma ai quali è stata preferita un’altra persona (quelli che gli americani chiamano “medaglie d’argento”);
– i candidati selezionati nel corso di ricerche passate;
– neolaureati o professionisti incontrati nel corso di eventi di recruiting, come i career day;
– dipendenti o collaboratori dell’azienda stessa;
– potenziali candidati trovati attraverso strumenti di ricerca o con il social recruiting.
Perché creare un talent pool: i vantaggi per recruiter e aziende
I selezionatori sanno quanto sia difficile a volte trovare la persona giusta, soprattutto per ruoli che richiedono competenze o esperienze specifiche. Per questo è importante affiancare al processo di recruiting anche una strategia di Talent Acquisition che punti a trovare i candidati migliori in modo proattivo, cioè anticipando le esigenze dell’azienda.
Creare un talent pool è appunto una strategia a lungo termine di recruiting proattivo per creare una “riserva” di talenti non per le ricerche in corso, ma per le posizioni future.
Avere un talent pool a disposizione può aiutare molto il lavoro dei recruiter che, di fronte a una nuova ricerca, hanno la possibilità di attingere da subito a un elenco di professionisti qualificati, evitando per esempio di dover scrivere e pubblicare annunci e di fare lo screening di centinaia di CV.
I 3 vantaggi principali del talent pool si possono così definire:
- riduzione del cost-to-hire, cioè il costo medio per assunzione
- riduzione del time-to-hire, cioè il tempo medio per assunzione
- aumento della quality-of-hire, il valore più difficile da valutare: la qualità dell’assunzione, ovvero quanto le persone assunte siano quelle giuste per le relative posizioni.
In sintesi, grazie a un talent pool si possono assumere le persone migliori in modo più veloce ed economico.
Come costruire un talent pool efficace
La creazione di un talent pool prevede due fasi: scegliere quali “talenti” includere e trovare i candidati validi.
Vediamo le due fasi nel dettaglio.
- Il primo passo è quello di delineare le caratteristiche dei talenti che vogliamo inserire nel talent pool. I criteri di scelta possono comprendere titolo di studio, competenze, soft skills, esperienze o altri elementi che variano a seconda delle esigenze dell’azienda o del recruiter. L’importante è non considerare solo le ricerche attuali: ricordiamo sempre che il talent pool deve guardare avanti e anticipare i bisogni futuri.
- Il secondo passo è quello di riempire il talent pool con i candidati ideali, il che comporta evidentemente una ricerca delle persone con le caratteristiche idonee.
Ecco i modi più efficaci per trovare i candidati perfetti per il talent pool:
- pubblicare contenuti rilevanti: secondo gli esperti di recruiting, condividere contenuti di valore, autorevoli e interessanti permette di entrare in contatto con i talenti migliori ed è più efficace di promozioni e pubblicità
- cercare tra i candidati già noti: “finalisti” di selezioni precedenti e persone già incontrate per altre ricerche sono, come abbiamo già detto, potenziali risorse per il futuro
- chiedere referenze a dipendenti e collaboratori: secondo una ricerca LinkedIn, le imprese possono espandere il proprio talent pool fino a 10 volte attraverso il network personale di chi già lavora con loro
- fare ricerca sul web: attraverso software dedicati è possibile analizzare portali di annunci, siti web aziendali, profili social per cercare candidati attivi e passivi
- pianificare campagne social: attraverso post mirati sui social media si possono raggiungere potenziali candidati in modo veloce ed efficace, soprattutto se si punta ai “millennial”; l’importante è selezionare i social media adeguati al target di interesse
- creare un’apposita landing page sul sito aziendale: un semplice modulo online può essere il modo più semplice e veloce per invitare professionisti a entrare nel vostro talent pool
- partecipare a eventi: career day, fiere, conferenze, workshop e incontri di networking sono occasioni per entrare in contatto con persone interessanti
Come gestire un talent pool con un software per il recruiting
Per far funzionare un talent pool è necessario raccogliere e organizzare le informazioni relative ai talenti selezionati. In particolare, è fondamentale creare un database che, oltre a raccogliere i dati dei candidati, permetta di:
- segmentare e gestire le informazioni sulla base delle ricerche;
- aggiornare periodicamente i dati contenuti nel database, sia per essere sempre informati sul percorso professionale dei candidati, sia per rispettare la normativa Gdpr;
- comunicare con i candidati per fornire feedback e per un efficace employer branding dell’azienda;
- misurare i risultati della strategia di talent pool, per tracciarne le dimensioni e la qualità e per valutare i metodi di ricerca e l’interazione con i candidati.
È evidente come queste funzioni non possano essere svolte con mezzi tradizionali e ormai superati, come i fogli Excel: è invece indispensabile un software per il recruiting. Performa Recruit risponde alle esigenze di gestione del talent pool che abbiamo elencato: permette infatti di creare e gestire un database con tutte le possibilità di ricerca e aggiornamento, di comunicare con i candidati in modo personalizzato, di fare employer branding e di misurare e controllare le performance.
Concludiamo con le parole di Amy Warner, un’esperta statunitense di talent acquisition, come spunto di riflessione per aziende e recruiter:
“I talent pool, quando sono usati bene, portano ai datori di lavoro il massimo ritorno sull’investimento. Attingendo a un network di candidati interessati, le aziende possono ridurre sensibilmente i tempi di ricerca e spendere meno in pubblicità e promozioni.”
Hai già creato il talent pool per la tua azienda? Con quali strumenti? Raccontaci la tua esperienza nei commenti. Se sei alla ricerca di un software per gestire il tuo database di candidati, prenota la tua prova gratuita di Performa Recruit!